COLLEZIONE MARCO CURCI - IL GIRO DEL MONDO IN…UN SOLO GIORNO

Giovedì, 22 Giugno 2017

Boxer, Germania, 1960.

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Il piccolo Bullenbeisser (cane da toro), chiamato anche Bullenbeisser del Brabante, è considerato l’ antenato diretto del Boxer. Aveva il compito di agguantare il selvatico scovato dai segugi e di mantenere la presa fino all’arrivo del cacciatore che abbatteva la preda. Per questo, il cane doveva avere un muso con delle arcate dentarie il più possibile larghe che gli permettessero una salda presa e una ferma tenuta. Venne così fatta una selezione, che portò a dei cani dal muso largo e con il tartufo spinto all’indietro.

 Ma è ancora in Gran Bretagna che occorre ricercare l’altra origine del Boxer contemporaneo.

E’ grazie a un Bulldog di nome Tom che il primo Boxer vide la luce. Elizabeth Sommerfield, famosa allevatrice d’oltre Manica, presenta così questo antenato illustre nella sua opera intitolata The Boxer: «Nel 1890 il dottor Toennissen viveva a Monaco e possedeva un Bulldog Inglese chiamato Tom. Sfortunatamente... nessuno ha un ritratto di questo cane, ma una cosa è certa: era bianco come la neve. È ugualmente certo che avesse l'andatura dei Bulldog della fine del XIX secolo... In effetti somigliava molto più al Boxer attuale che al Bulldog che noi incontriamo oggi nelle esposizioni».

Una femmina bianca di tipo Bullenbeisser, chiamata Alts, fu in seguito accoppiata a Tom, e da questa unione nacque Flocki, il primo Boxer iscritto sotto questo nome al Libro delle Origini.

Ha una struttura salda e atletica, un docilità disarmante. Una frase può ben descrivere l'indole giocosa da eterno cucciolone: "Il Boxer muore giocando", a sottolineare come anche in vecchiaia mantenga una attitudine molto positiva. Il Boxer è un cane molto affettuoso, leale, socievole e dolce, in particolare con i bambini.

Frau Stockmann, nel libro “Una vita con i boxer”, racconta l’aneddoto del boxer Pluto, che aveva nei confronti dei bambini una bonarietà assoluta. Un giorno sentirono gridare “Ammazzano Pluto! Ammazzano Pluto!”. Raggiunto e liberato dalla cinghia che lo imprigionava, si accorsero che aveva la bocca piena di sassi, e due giovani confessarono di aver riempito di sassi la bocca di Pluto e di averlo poi legato, perché volevano vedere cosa sarebbe successo. Ebbene, Pluto non si era ribellato perché per lui i suoi aguzzini erano semplicemente dei bambini.

La razza comincia a essere conosciuta in Italia molto tardi. Nel 1928 il giudice svizzero Fritz Leimgruber, chiamato a giudicare le razze di utilità alla esposizione di Milano, la più importante d'Italia, vide sul ring dei boxer così miserevoli ch'egli scrisse nella sua relazione essere un peccato che l'Italia ancora non conoscesse quale bellissimo cane fosse il boxer. Dopo il 1930 la situazione migliorò e nel 1938, Raoul di Ponente fu il primo campione nato ed allevato in Italia, se pure da genitori tedeschi.

Fu negli anni che immediatamente precedettero la Seconda Guerra Mondiale che il boxer cominciò ad essere popolare e nacquero numerosi allevamenti amatoriali. Il 3 novembre 1946, fu fondato a Roma il Boxer Club d’Italia, presto trasferito a Milano presso l’Enci, a quell’epoca in viale Biancamaria. La razza si affermò spesso in varie esposizioni, come la più numerosa e tra le meglio selezionate.

Non è un cane da rotocalco o da palcoscenico. Tuttavia, ha trovato grandi estimatori proprio in campo artistico. Shirley MacLaine e il suo adorato Caesar. Humphrey Bogart ricevette diversi boxer in regalo da Louis Bromfield, scrittore, saggista, vincitore Premio Pulitzer 1926. Bogey è ritratto in fotografie con Lauren Bacall proprio in compagnia dei loro cani. E’ la stessa Bacall a ricordare Harvey, il giovane boxer che aveva vegliato Bogart morente. E ancora Nat King Cole, Rocky Marciano, David Niven con il suo Phantom, Jodie Foster, Dianne Fossey e il suo Flic, Pablo Picasso, Sylvester Stallone e il suo Gangster, Charlton Heston, Gary Cooper, Joe Di Maggio, Rock Hudson, Neil Diamond, Alec Baldwin e Kim Basinger che trovarono una femmina di boxer lungo una superstrada in California, la curarono e adottarono.

Nel 1971 il boxer entra nella comunicazione dei pneumatici Kleber e, a parte una breve pausa nei primi anni Duemila, continua ad esserne il simbolo.

A Natale 2016 è uscito l'annuale spot di John Lewis, con Buster il Boxer protagonista della breve storia. Bridget è una bimba che ama saltare sul letto e così, ecco la decisione dei genitori, di regalarle un tappeto elastico da giardino. Nella notte, però, qualcuno ha deciso di provarlo per primo, ed ecco un gruppo di bestiole pronte a scatenarsi. E Buster? Osserva tra il diffidente e l'invidioso.Arriva finalmente la mattina di Natale. Per la bimba è un sogno che si realizza. Ma non solo per lei... La musica è una cover del brano “One Day I’ll Fly Away” interpretata da Blythe Pepino della band britannica Vaults.

Per finire, una incursione nei libri, per citare “Per fortuna sei con me” di Mosi Taomas, Ed. Albatros, 2011. Due racconti lunghi e qualche pillola di boxerità, scritti non tanto con l’esperienza della lingua, ma con la passione per la razza, capace di fare sentire a chi legge tutto il folle, affettuoso, travolgente mondo dei boxer.

Fonti: Enci, “Ti presento il cane”, Qua la zampa news, web.

 

Silvia Sertorio

 

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